Una delle 15 "mete da non perdere" in Abruzzo
Villa Badessa, frazione di Rosciano, è un piccolo borgo rurale in provincia di Pescara. Conta meno di 400 anime ma può vantare una meravigliosa raccolta, unica in Italia, di icone bizantine che vanno dal XV al XX secolo. Come mai tanta ricchezza artistica?
Il motivo sta nel fatto che Villa Badessa è una comunità minuscola ma speciale, formata dai discendenti di una immigrazione albanese avvenuta nella prima metà XVIII secolo.
Icone, tutto cominciò con il viaggio dall’Albania
Le famiglie che si insediarono qui nel 1743 portarono con sé una loro venerata immagine risalente al XV secolo e raffigurante la Madonna Odigitria (dal greco “che indica il cammino”). Poi, nel tempo, vi si aggiunsero decine di altre immagini dipinte.
Tanto che l’attuale raccolta di 77 icone bizantine viene indicata dal Touring Club Italiano, nella Guida Verde dell’Abruzzo, come una delle quindici mete turistiche “da non perdere” nella regione.
Villa Badessa è una delle numerose comunità italo-albanesi (arbëreshe) diffuse in tutto il Sud Italia. Nate grazie a coloro che lasciarono le terre natie oltre Adriatico e si insediarono nel nostro Meridione a partire dal 1468, dopo la morte del baluardo cristiano dell’Albania contro i Turchi: Giorgio Castriota Scanderbeg.
I fondatori di Villa Badessa furono gli ultimi a trasferirsi e sono rimasti a formare l’unica comunità arbëreshe dell’Abruzzo. Le altre comunità arbëreshe si trovano in Molise, Puglia, Lucania, Calabria e Sicilia.






Dunque, la loro avventura fu abbastanza movimentata e perigliosa. Bisogna però dire che è commovente l’attaccamento degli abitanti di Villa Badessa al rito greco-bizantino-cattolico e alle usanze avite, come del resto avviene ancora in decine di comunità arbëreshe del Sud Italia.
Da qui non solo la secolare collezione di icone bizantine e lo stretto collegamento della sua parrocchia di Santa Maria Assunta con il Vescovato italo-greco (Eparchia) di Lungro (Cosenza). Ma anche l’amorevole conservazione dei rituali civili e religiosi.
In questo senso, essendo una comunità unica in Abruzzo, Villa Badessa merita una visita approfondita alla collezione di icone. E sono consigliati anche “incontri ravvicinati” per assistere ai particolarissimi e suggestivi riti.
A Villa Badessa ancora vive il rito greco-bizantino-cattolico
Può essere utile dare uno sguardo sia al sito dell’Associazione Culturale Villa Badessa sia a quello dell’Eparchia di Lungro.
Tra i riti si va dalla messa cantata del rito greco, ai rituali di nozze tra gli albanesi d’Italia, alle Kalimere, alla Grande Settimana Santa (Java e Madhe), alla Commemorazione dei defunti (Të vdekurat).
In particolare è molto sentito il culto dei morti, che secondo il rituale bizantino si celebra a febbraio, a undici giorni dalle Ceneri.
Nelle comunità arbëreshe è consuetudine dedicare una settimana alla memoria dei defunti.
Si crede che Gesù Cristo per otto giorni dia il permesso alle anime dei defunti di uscire dall’oltretomba per fare ritorno nel nostro mondo e per andare a rivedere i luoghi in cui sono vissuti.
In tutte le case, nel corso di questa settimana, vengono tenuti accesi dei lumi, alimentati da olio, perché i morti entrando non siano nel buio completo. Inoltre si consumano dei pasti in prossimità delle tombe dei propri cari. E chiunque passi di lì viene invitato. ENGLISH VERSION
Articolo di Giorgio Mendicini
Abruzzo Travel and Food
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2 Comments
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