PIZZE FRITTE (PIZZ’ONTA), RICETTA FACILE E VELOCE TIPICA DELL’ABRUZZO
Una ricetta della mia infanzia sono le pizze fritte abruzzesi, comunemente chiamate pizzonte o pizz’onte, pizze unte.
Molto diffusa nelle sagre dei paesi e dei borghi abruzzesi e in alcuni ristoranti, è una specie di frittella di pasta della pizza fritta in olio bollente per pochi attimi. Un vero e proprio street food, un precursore a dire il vero.
Certo, friggere nell’olio di casa è tutta un’altra cosa. Io uso l’olio extravergine di oliva e la farina di tipo 2 perché meno raffinata. Ci sono tanti modi oggi per fare le pizze fritte abruzzesi, salate, dolci o farcite, caserecce o gourmet. Intanto cominciamo con la base.

Ingredienti per 4 persone
- Farina tipo 2, 600 gr
- Acqua circa 300 gr (comunque quanto basta per l’impasto)
- lievito di birra ½ cubetto
- un pizzico di sale
- un pizzico di zucchero
- olio evo per friggere
- Poco sale da spolverare sopra (o zucchero per chi le volesse dolci)
Preparazione delle pizze fritte abruzzesi
Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida e poi aggiungere la restante. Formare una fontana con la farina, olio, sale, zucchero e versarvi dentro, poco alla volta, acqua e lievito. Si può lavorare anche in una ciotola o nella planetaria.
Lavorare l’impasto come per la pizza, regolare di acqua o farina solo se serve. Formare una palla liscia ed elastica e poi mettere per due o tre ore a lievitare l’impasto delle pizze fritte abruzzesi, coperto da un telo e in un luogo lontano da correnti (va bene un forno con la luce accesa).

Una volta raggiunta la lievitazione formare delle piccole palle e stenderle con il mattarello su un piano infarinato, fino a formare la grandezza desiderata e uno spessore di un centrimento-un centimetro e mezzo.
La grandezza delle pizze fritte abruzzesi è a piacere: si possono fare mignon o grandi come quelle delle sagre. A me piace la versione più piccola.

Prima di friggerle è utile fare dei buchi sulla pasta con i rebbi della forchetta, per evitare che si gonfino eccessivamente.
Vanno fritte – poche alla volta se la padella è grande altrimenti una per volta – in abbondante olio caldo fino alla doratura, rigirandole. Cuociono in neanche un minuto. Poi vanno scolate e messe su carta assorbente.

L’ideale è mangiarle calde, con una spolverata di sale come le facevano le nostre nonne. La versione dolce è con una spolverata di zucchero. Le nonne le facevano anche con una salsa di pomodoro fresco sopra. Ma possono anche essere farcite all’interno come più piace.
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